Il sistema di guida utilizzato fino ad ora si è dimostrato inefficiente in abbinamento al Celestron C8, anche utilizzando il riduttore di focale (f/6.3).
Il motivo è la focale del telescopio guida di 240 mm, nonostante il rapporto focale pari ad f/4.
Da tempo penso ad una soluzione alternativa, "economica" ed utilizzabile anche su altri setup.
Non sono ne un "matematico" ne uno "scienziato" ma un semplice appassionato che negli anni ha accumulato un pochino di esperienza pratica e teorica ed alla fine ho scelto il setup seguente.
Credo sia un buon compromesso tra costo, peso, ingombro e flessibilità di utilizzo.
Trattare l'argomento in maniera discorsiva non'è facile perchè comprende temi ed argomenti specifici.
E' giusto dire che per tutta la serie Celestron Smith Cassegrain non provvista del sistema di blocco dello specchio primario (XLT etc.) è spesso consigliato utilizzare guide fuori asse a causa della presenza del "temuto" Mirror Shift e Mirror Flop.
La soluzione scelta è stata diversa, ho preferito abbinare un telescopio guida di opportuna apertura e lunghezza focale perchè lo spostamento di immagine dovuto al Mirror Shift e Mirror Flop è quasi sempre "accompagnato" da un fenomeno di defocus (fuori fuoco) che costringe ad intervenire in tal senso.
Oltre tutto il FOV del C8 non'è "generoso" e trovare una stella da utilizzare per guidare il sistema può diventare un'operazione "ostica".
Ho affiancato al C8 un rifrattore acromatico 80/600 di tipo economico con sistema di messa a fuoco in metallo.
Il peso aggiuntivo è di circa 1,5 Kg e ben distribuito e facile da equilibrare.
Questo setup è utilizzabile anche su altri schemi ottici come ad esempio il Newton 200 f/4 od f/5.
L'esperienza dice che la lunghezza focale di un telescopio guida dovrebbe essere minimo 1/3 o 1/2 della lunghezza focale del telescopio principale.
Quando si fanno queste considerazioni si deve tenere conto di alcuni fattori importanti come la luminosità dell'ottica che aiuta la camera guida nel suo compito ed il fattore di "crop" o FOV equivalente che è strettamente legato alla dimensione del sensore CMOS o CCD utilizzato.
Oltre questi due aspetti si deve tenere conto anche del "campionamento" dell'immagine, cioè la precisione di inseguimento che è intrinsecamente legata alle dimensioni del pixel del sensore utilizzato per la guida.
La grandezza del pixel del sensore di guida deve essere più piccola di quella del sensore utilizzato per il sistema di ripresa principale (CCD, CMOS o reflex che sia).
Più in generale basti sapere che per impedire che gli errori di guida provochino l'allungamento delle immagini stellari è necessario guidare ad alto ingrandimento.
Svariati anni fa, quando si utilizzava la pellicola fotografica, si conosceva la grandezza approssimativa dei grani di sale d'argento che variava a seconda della pellicola usata (dai 40 micron ai 5 micron circa).
Concettualmente oggi le cose non sono cambiate molto anche se l'introduzione di sensori molto efficienti aiutano gli astrofili in maniera non indifferente.
ZWO ASI 120 MM Mini - rifrattore 80/600 mm |
ZWO ASI294 MC Pro - Celestron C8 XLT f/6.3 |
Osservando le foto soprastanti potete trarre da soli le vostre considerazioni.
L'abbinamento della ZWO ASI 120 MM Mini con il rifrattore acromatico 80/600 restituisce un immagine con FOV minore ed un "ingrandimento" maggiore di quello ottenuto con il C8 ad f/6.3 abbinato alla ZWO ASI 294 MC Pro.
Le caratteristiche delle due camere ZWO ASI sono diverse.
ZWO ASI 120 MM Mini |
Notate come la grandezza del pixel della 120MM Mini sia inferiore a quella della 294MC Pro e la dimensione del sensore dell'ASI 120 MM Mini minore di quella della 294 MC Pro.
Il pixel più piccolo aiuta ad aumentare la precisione di guida (in rapporto alle dimensioni del pixel della camera di ripresa) mentre la dimensione del sensore, rapportata alla focale del telescopio guida, contribuisce ad un "fattore di crop naturale" (ingrandimento).
ZWO ASI 294 MC Pro |
Attendo condizioni meteo che permettano di eseguire i primi test del sistema.
Grazie per avermi seguito.