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martedì 2 aprile 2019

Montaggio PSVRC6 dovetail bar su TSRC6M - Ritchey-Chretien 6"

All'articolo precedente ( LINK ) segue questa breve illustrazione sulle semplici fasi di montaggio del kit PSVRC6 sul telescopio TS Optics 6" Ritchey-Chrétien Pro RC.
Durante la fase di montaggio mi sono accorto di un non perfetto posizionamento del porta cella dello specchio primario ma le foto parleranno da sole.

viti originali da rimuovere

La prima operazione da eseguire è la rimozione delle viti che serrano il tubo al porta cella del primario e del secondario.

porta cella specchio primario / focheggiatore

Dalla foto sovrastante si nota come la posizione del porta cella dello specchio primario non'è stata posizionata in asse in quanto il centro della filettatura dei fori non corrisponde con quello del tubo.
Questo non pregiudica il funzionamento del telescopio ma denota un assemblaggio non perfetto e "standard" per una produzione di serie (ho visto di peggio).

porta cella secondario

Per effettuare questa operazione ho preferito posizionare il tubo verso il basso, con il focheggiatore e lo specchio primario verso l'alto, in modo da evitare che eventuali trucioli o estrusi di materiale / cadano sullo specchio primario.
Lo specchio secondario è di suo posizionato più internamente e non ha di questi problemi ma una verifica post installazione è sempre meglio farla anche perchè il percorso ottico interno è "affollato" di diaframmi.

diaframmi interni

Rimosse le viti si passa al montaggio dei supporti sagomati utilizzando le viti a brugola di colore nero che hanno passo europeo.

supporti sagomati

Serrare utilizzando l'opportuna chiave a brugola offerta in dotazione.

applicazione supporto lato secondario

applicazione supporto lato focheggiatore / primario

A questo punto è sufficiente posizionare e fissare la barra Vixen con le opportune viti per completare l'operazione di montaggio.

utilizzare le viti e la chiave a brugola offerte in dotazione

Se necessario allentare le viti di fissaggio per centrare la barra Vixen.
nel mio caso il montaggio è stato immediato senza nessun problema di tolleranze meccaniche.


Quando avrete finito avrete equipaggiato il Vostro TS Optics 6" Ritchey-Chrétien Pro con la seconda barra Vixen che soggettivamente conferisce alla struttura una maggiore rigidità e solidità


Confermo tutte le cose dette nell'articolo precedente e consiglio questo semplice "upgrade" ai possessori di questo telescopio.

Spero che l'articolo sia stato di Vostro gradimento.

PSVRC6 dovetail bar per TSRC6M - Ritchey-Chretien 6"

Da quando ho aperto questo blog non vi ho mai parlato della mia esperienza con il tubo ottico TSRC6M basato sullo schema ottico Ritchey Chretien.
Il modello in questione è commercializzato dal noto brand tedesco ed'è di derivazione GSO.


Il TS Optics 6" Ritchey-Chrétien Pro RC ha un'apertura di 154 mm ed una lunghezza focale di 1370 mm.
Utilizzando il riduttore di focale CCD47-S questa diventa di poco inferiore ai 920 mm.
In questa configurazione, considerata la compattezza ed il peso "contenuto", il setup è adatto per sessioni di astro fotografia.
Lo schema ottico Ritchey Chrétien offre dei vantaggi ma anche aspetti "negativi" che si devono conoscere per poterlo apprezzare e sfruttare.
Non'è mia intenzione affrontare questi argomenti in questo articolo anche perchè il discorso sarebbe lungo ed a tratti "complesso".


E' arrivato invece il momento di parlarvi dell'evoluzione del "setup di base".
La richiesta fatta a Teleskop Service è stata accolta ed a distanza di mesi ha reso disponibile il kit PSVRC6 che permette di installare sulla parte superiore del tubo ottico una barra Vixen supplementare.
Questa permette di aumentare la rigidità del tubo ed affiancare in sicurezza sistemi di guida e "fotografici".


A causa dell'elevata ostruzione ottica il TSRC6M non può essere definito un'ottica "veloce" e "luminosa".
La mia esperienza mi porta a dire che per sfruttare le notevoli caratteristiche di questo telescopio è necessario un buon sistema di guida.
Auspicabile anche una maggiore resistenza alla flessione e torsione del tubo, nonostante le dimensioni contenute ed il peso non eccessivo.
Stabilità ottica e meccanica sono un aspetto "delicato" e posso contribuire al miglioramento della tenuta della collimazione, di base è già buona ma non facile da ottimizzare per un neofita con poca esperienza.


Il kit PSVRC6 comprende tutto quello che necessita per il montaggio e garantisce la totale compatibilità con le predisposizioni già presenti sul tubo ottico.
Nella confezione troverete una barra Vixen, due supporti sagomati, un kit di viti con annessa chiave a brugola necessaria al montaggio.


Sinceramente sono contento che a suo tempo Teleskop Service ha ascoltato la mia richiesta e reso disponibile questo "upgrade" che all'apparenza potrebbe sembrare "banale" ma che in realtà completa nel modo migliore quest'ottica, senza "snaturarla".
Nonostante abbia un grande potenziale questo schema ottico, forse per la "rinomata complessità della collimazione" e forse per l'importante ostruzione ottica, non'è molto diffuso tra gli astrofili dilettanti.
Credo che questo sia un grande peccato ma si tratta di un pensiero personale.
Mi riprometto di scrivere un ulteriore articolo dove illustrerò le fasi di montaggio del kit PSVRC6.

Spero che questo articolo sia stato di Vostro gradimento.

Grazie per la lettura.

venerdì 8 marzo 2019

Il "mio" sistema di guida


Il sistema di guida utilizzato fino ad ora si è dimostrato inefficiente in abbinamento al Celestron C8, anche utilizzando il riduttore di focale (f/6.3).
Il motivo è la focale del telescopio guida di 240 mm, nonostante il rapporto focale pari ad f/4.
Da tempo penso ad una soluzione alternativa, "economica" ed utilizzabile anche su altri setup.
Non sono ne un "matematico" ne uno "scienziato" ma un semplice appassionato che negli anni ha accumulato un pochino di esperienza pratica e teorica ed alla fine ho scelto il setup seguente.
Credo sia un buon compromesso tra costo, peso, ingombro e flessibilità di utilizzo.
Trattare l'argomento in maniera discorsiva non'è facile perchè comprende temi ed argomenti specifici.


E' giusto dire che per tutta la serie Celestron Smith Cassegrain non provvista del sistema di blocco dello specchio primario (XLT etc.) è spesso consigliato utilizzare guide fuori asse a causa della presenza del "temuto" Mirror Shift e Mirror Flop.
La soluzione scelta è stata diversa, ho preferito abbinare un telescopio guida di opportuna apertura e lunghezza focale perchè lo spostamento di immagine dovuto al Mirror Shift e Mirror Flop è quasi sempre "accompagnato" da un fenomeno di defocus (fuori fuoco) che costringe ad intervenire in tal senso.
Oltre tutto il FOV del C8 non'è "generoso" e trovare una stella da utilizzare per guidare il sistema può diventare un'operazione "ostica".


Ho affiancato al C8 un rifrattore acromatico 80/600 di tipo economico con sistema di messa a fuoco in metallo.
Il peso aggiuntivo è di circa 1,5 Kg e ben distribuito e facile da equilibrare.
Questo setup è utilizzabile anche su altri schemi ottici come ad esempio il Newton 200 f/4 od f/5.
L'esperienza dice che la lunghezza focale di un telescopio guida dovrebbe essere minimo 1/3 o 1/2 della lunghezza focale del telescopio principale.
Quando si fanno queste considerazioni si deve tenere conto di alcuni fattori importanti come la luminosità dell'ottica che aiuta la camera guida nel suo compito ed il fattore di "crop" o FOV equivalente che è strettamente legato alla dimensione del sensore CMOS o CCD utilizzato.
Oltre questi due aspetti si deve tenere conto anche del "campionamento" dell'immagine, cioè la precisione di inseguimento che è intrinsecamente legata alle dimensioni del pixel del sensore utilizzato per la guida.


La grandezza del pixel del sensore di guida deve essere più piccola di quella del sensore utilizzato per il sistema di ripresa principale (CCD, CMOS o reflex che sia).
Più in generale basti sapere che per impedire che gli errori di guida provochino l'allungamento delle immagini stellari è necessario guidare ad alto ingrandimento.
Svariati anni fa, quando si utilizzava la pellicola fotografica, si conosceva la grandezza approssimativa dei grani di sale d'argento che variava a seconda della pellicola usata (dai 40 micron ai 5 micron circa).
Concettualmente oggi le cose non sono cambiate molto anche se l'introduzione di sensori molto efficienti aiutano gli astrofili in maniera non indifferente.

ZWO ASI 120 MM Mini - rifrattore 80/600 mm

ZWO ASI294 MC Pro - Celestron C8 XLT f/6.3

Osservando le foto soprastanti potete trarre da soli le vostre considerazioni.
L'abbinamento della ZWO ASI 120 MM Mini con il rifrattore acromatico 80/600 restituisce un immagine con FOV minore ed un "ingrandimento" maggiore di quello ottenuto con il C8 ad f/6.3 abbinato alla ZWO ASI 294 MC Pro.

Le caratteristiche delle due camere ZWO ASI sono diverse.

ZWO ASI 120 MM Mini

Notate come la grandezza del pixel della 120MM Mini sia inferiore a quella della 294MC Pro e la dimensione del sensore dell'ASI 120 MM Mini minore di quella della 294 MC Pro.
Il pixel più piccolo aiuta ad aumentare la precisione di guida (in rapporto alle dimensioni del pixel della camera di ripresa) mentre la dimensione del sensore, rapportata alla focale del telescopio guida, contribuisce ad un "fattore di crop naturale" (ingrandimento).

ZWO ASI 294 MC Pro


Questo breve articolo non vuole descrivere nel dettaglio tutti gli aspetti legati a questa scelta ma solo illustrare un sistema che sulla carta sembra efficiente ed "equilibrato", utilizzabile su più setup e sicuramente più performante di altre soluzioni.


Attendo condizioni meteo che permettano di eseguire i primi test del sistema.
Grazie per avermi seguito.

venerdì 18 gennaio 2019

C8 XLT - Focheggiatore & Riduttore di focale

Per risolvere la scarsa precisione della meccanica di messa a fuoco del Celestron C8 che non utilizza un sistema di tipo micrometrico molti utilizzano un focheggiatore esterno avvitato direttamente alla flangia di uscita del tubo.

TS-Optics 2" Crayford Focuser - Dual Speed

Personalmente ho adottato il focheggiatore TSFOCSCM, anche se non'è "un riferimento", perchè  è meccanicamente più corto rispetto ad altri modelli e tutto sommato si tratta di un prodotto dal costo "accettabile" e dal peso non "esasperato" (valutando i pro ed i contro di tale scelta).
In questa configurazione la lunghezza focale del telescopio aumenta di 100~150 mm (circa) e tali valori sono sufficienti a creare una sorta di "ingrandimento naturale" dell'immagine.
Di seguito degli esempi pratici.

Questo scatto è stato realizzato applicando il sensore di ripresa direttamente al telescopio, senza utilizzare il riduttore di focale (~f/10) e senza utilizzare il focheggiatore esterno.

fuoco diretto ~f/10

Potete notare come il FOV sia ridotto e la vignettatura praticamente assente (FOV inferiore a circa 1°).
Lo scatto seguente, invece, è stato realizzato utilizzando il riduttore di focale (~ f/6.3) senza l'ausilio del focheggiatore esterno :

fuoco diretto con riduttore f/6,3

Di seguito le cose si fanno interessanti.
Potete notare l'effetto "ingrandimento" dovuto alla variazione del FOV causata dall'allungamento della focale del telescopio perchè il focheggiatore esterno sposta il punto di fuoco di 100~150 mm verso l'esterno.
Anche in questo caso è stato impiegato il riduttore di focale (~ f/6.3).

FOC esterno - riduttore f/6.3

Negli scatti di prova realizzati con il riduttore di focale TS, non Celestron, potete notare la comparsa di una leggera vignettatura che è stata evidenziata in post produzione per farvi notare questo aspetto nonostante abbia rispettato la distanza prevista di circa 85mm ∓12%.


Da evidenziare anche il fatto che sono state utilizzate prolunghe M48, formato sufficiente a non creare problemi di vignettatura su sensori di formato superiore a quello utilizzato (micro 4/3), ma questo è un argomento di cui parlerò in un articolo dedicato.
Non appesantisco il discorso e "taglio corto" perchè questo articolo ha solamente il compito di far notare e riflettere su questi aspetti "pratici" e "tecnici".
Quando si decide di intervenire su alcuni aspetti che coinvolgono il percorso ottico meglio sapere a cosa si va in contro, quali sono i "pro" e quali i "contro".

domenica 6 gennaio 2019

Appunti di viaggio - N°1

Apro il primo post del 2019 intitolandolo "Appunti di viaggio".
Si tratta veramente di "appunti", bozze di idee da sviluppare, delineare e capire nel tempo.

Celestron C8 - XLT
L'anno passato si è concluso con l'arrivo del Celestron C8 - XLT.
Le mie abitudini sono quelle di capire pregi e difetti di quello che possiedo per decidere in che modo sfruttare pienamente le capacità di uno strumento ed utilizzarlo al meglio.
Regola che vale per tutto quello che "passa il convento" è che deve durare nel tempo perchè "pantalone" non abita da queste parti ... .


Applico questa "regola" a tutto anche perchè mi piace sfruttare al meglio tutto quello che possiedo e per farlo serve tempo e conoscenza.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di applicare una barra Losmandy superiore, non per "migliorare l'estetica" ma per conferire maggiore rigidità al tubo e poter applicare "in parallelo" un telescopio guida di una certa "importanza".
Il contro di questa operazione è facilmente intuibile, l'aumento di peso che è di circa 900 gr. (quasi un chilogrammo).

                                    

Piccolo particolare di questa operazione è che le viti a brugola offerte in dotazione con la barra Losmandy, originale Celestron, sono di tipo diverso.
Le viti a brugola utilizzano due tipi di passo (americano) ed hanno la giusta lunghezza per non creare "interferenze" meccaniche ed ottiche all'interno del tubo ottico.


L'operazione seguente è stata quella di adottare il riduttore di focale spianatore (f/6.3) ed un focheggiatore con manopola micrometrica 1:10 perchè una delle caratteristiche del Celestron C8 è l'assenza di questa caratteristica sul sistema originario di messa a fuoco che in certe situazioni crea qualche "difficoltà".


La scelta di adottare un focheggiatore esterno non'è stata quella giusta per le mie "esigenze" perchè non avevo considerato il fatto che spostando il punto di fuoco verso l'esterno (back focus) avrei allungato la focale vanificando in parte il lavoro del riduttore di focale.
Una scelta per me sbagliata che potrebbe avere il suo perchè quando utilizzerò lo strumento a lunghe focali, magari per l'osservazione planetaria.
Potrei proseguire parlandovi di altro, ad esempio del mirror shift e del mirror flop, ma vi prometto di trattare questi ed altri argomenti in uno o più articoli dedicati così da non rendere troppo pesante la lettura.
Inizialmente doveva essere un articolo breve ed invece mi ritrovo ad aver scritto anche troppo.


Mi fermo quì augurando a tutti/e Voi Buona Epifania ... che tutte le feste porta via ... ^_^